International Museum Day 2020 – Palazzo TagliaferroVai al contenuto
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International Museum Day 2020
Palazzo Tagliaferro
Palazzo Tagliaferro sito in Andora, Liguria, è il cuore culturale della città. L’imponente edificio del XVIII secolo, di proprietà del Comune di Andora, è stato completamente ristrutturato e reso fruibile quale spazio di aggregazione culturale. Al suo interno ospita il Contemporary Culture Centre ed il Museo Mineralogico Luciano Dabroi.
Il Contemporary Culture Centre, divenuto in questi anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea nazionale ed internazionale, sviluppa un intenso programma annuale articolato attraverso percorsi espositivi che alternano a figure di artisti che hanno scritto una pagina di storia nel contesto linguistico di riferimento ad altri di una generazione contemporanea di mezzo che ha già messo a segno la sua ricerca estetica ed il pensiero teorico che la sottende. Inoltre lo spazio ospita eventi quali concerti, spettacoli dedicati al teatro e all’incontro tra musica e video, incontri letterari e festival che vedono avvicendarsi nella splendida location personaggi del mondo dello spettacolo, scrittori e personalità di rilievo.
Il Museo Mineralogico Luciano Dabroi propone una collezione di più di 5000 pezzi donata al Comune di Andora dal dottor Luciano Dabroi al quale il museo è intitolato. Il numero dei minerali esposti è in constante crescita grazie anche alle donazioni che arricchiscono le varie sezioni. Ultima sala allestita è quella dedicata al collezionista Harmen Schipper che ha permesso la nascita di una sinergia con il DISTAV Università degli Studi di Genova. Il museo offre un vero e proprio percorso didattico sia per gli studenti che per gli appassionati dell’argomento. Dal 2019 è stata aperta la nuova sezione dedicata alla figura del biologo Thor Heyerdahl, famoso esploratore che trascorse gli ultimi anni della sua vita ad Andora ove è sepolto, contenente cimeli e documentazione originale provenienti dall’Museo Kon-Tiki di Oslo e dalla casa archivio dell’antropologo.
Da 5 anni Palazzo Tagliaferro è location esterna del Festival della Scienza di Genova.
Il tema della Giornata Internazionale dei Musei che quest’anno è “eguaglianza: diversità e inclusione” è occasione per una riflessione del ruolo sociale e didattico dei musei come Palazzo Tagliaferro che nel corso del tempo, con le sinergie e le collaborazioni attivate con varie realtà quali istituzioni, università, festival è in grado di favorire la crescita culturale della regione.
Visita Virtuale della Mostra Polemos – Sezione i Battaglisti
JACQUES COURTOIS
conosciuto anche come: Giacomo Cortese; il Borgognone
(Saint-Hyppolite, 1621 – Roma, 1676)
Battaglista francese, nato in Borgogna, viene probabilmente avviato alla pittura dal padre, Jean-Pierre, come accade anche per il fratello
minore Guillaume. Insieme al padre e al fratello è in Italia nel 1636. La prima tappa è Milano dove, sotto la protezione del barone Vatteville,
è assoldato per tre anni (1636-1639) nelle truppe spagnole: questa esperienza rimane fondamentale per il giovane artista che in quegli anni
disegna dal vero scene di vita militare, un tema ricorrente del suo futuro repertorio pittorico. Già molto stimato nel suo tempo,
nel 1639-1640 giunge a Roma, dove la sua formazione artistica viene influenzata da Pieter Van Laer, da Michelangelo Cerquozzi
e da Salvator Rosa. La sua affermazione come pittore è rapidissima, legata al genere pittorico delle battaglie molto in voga in quegli anni.
MARZIO MASTURZO
(Attivo a Napoli e a Roma nella seconda metà
del XVII secolo)
Tra i più importanti battaglisti della tradizione napoletana.
Allievo di Paolo Greco insieme all’amico Salvator Rosa, con
questi si trasferisce a Roma. Nelle sue opere è evidente
l’esempio rosiano – mutuato da Aniello Falcone dal quale
anche Masturzo andò a bottega – delle “battaglie senza eroe”,
così chiamate in quanto il dipinto non ruotava intorno ad un
protagonista-eroe. Lo stile è però differente, con una maggior
scioltezza del mezzo espressivo del colore, più moderno del
Rosa nella stesura libera dell’impasto e per l’ampio utilizzo di
armi da fuoco seicentesche. mente amplificato.
ANTONIO
M. MARINI
(Venezia, 1668 – 1725)
Pittore veneto di paesaggi, marine e battaglie. Si trasferisce a
Bologna, probabilmente conosce Francesco Peruzzini e la sua
pittura risente fortemente dello stile di Salvator Rosa, desunto
dalle opere del Peruzzini. Nelle sue opere, realizzate con una
tecnica a larghe pennellate, la profondità è resa dalla sovrapposizione
di piani a diverse distanze. Di sicuro, alla fine del
Seicento, è molto noto come paesaggista.
LUIGI BACCIO
DEL BIANCO
conosciuto anche come: Baccio del Bianco
(Firenze, 1604 – Madrid, 1657)
Pittore, scenografo e architetto militare toscano, allievo del pittore
Giovanni Biliverti e degli architetti militari Boccacci e Parigi.
Inizia la sua attività a sedici anni con Giovanni Pieroni – pittore,
scenografo, architetto e matematico – ed entra al servizio
dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo. Viene ricordato soprattutto
per i suoi disegni, nonché per le scenografie, i macchinari
e i progetti di costumi teatrali, di bicchieri e di argenterie, di
mosaici e di arazzi e come primo caricaturista moderno.
MICHELANGELO
CERQUOZZI
Michelangelo delle Battaglie; Michelangelo delle Bambocciate
(Roma, 1602 – Roma, 1660)
Pittore romano, allievo di Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino,
che non influenzerà il suo stile, e di Jacob de Hase, detto
Giacomo Fiammingo, che lo indirizza invece verso la pittura
di genere, soprattutto di battaglie, giacché di questi soggetti
il Fiammingo era uno specialista. Il Cerquozzi si dedica anche
con successo alla pittura di natura morta e poi, con più grande
successo, al genere delle bambocciate.
PANDOLFO RESCHI
nome italianizzato di Pandolf Resch
(Danzica, 1640 – Firenze, 1696)
Pittore nato in Pomerania, Pandolf Resch ancora molto giovane
si trasferisce in Italia, italianizzando il suo nome. A Roma diviene
uno dei più abili allievi di Jacques Courtois. Dipinge battaglie
nello stile del Borgognone – mantenendo una il colore e l’impasto
delle sue battaglie chiaro e sfumato, a differenza del Courtois
che quasi sempre usa lo scuro – e imita Salvator Rosa nei
paesaggi. Lavora a lungo in Toscana, allievo del fiammingo Livio
Mehus e di Pietro Dandini, per i Medici e per molte famiglie fiorentine.
È uno dei pochi pittori di battaglie del Seicento italiano.
CHARLES LE BRUN
(Parigi 1619 – Parigi, 1690)
Pittore e decoratore francese, nasce in una famiglia di artisti:
il padre è il suo primo maestro di scultura. Dopo un breve
tirocinio da François Perrier e da Simon Vouet, si trasferisce in
Italia a Roma da Poussin e studia Raffaello, i pittori bolognesi e i
monumenti antichi. Torna in Francia e, conquistati i favori di
Luigi XIV e di Colbert, diventa “primo pittore del re”, domina
tutta la scuola francese per trent’anni. Crea l’Accademia di
Pittura e di Scultura, sul modello dell’Accademia di San Luca,
creandosi un vivaio di collaboratori. Con i suoi disegni fornisce
modelli per gli scultori e gli arazzieri.
ANIELLO FALCONE
(Napoli, 1607 – 1656)
Pittore campano, allievo di Jusepe de Ribera, detto
lo Spagnoletto, da lui desume la sua vena di verismo
caravaggesco. Eccelle nelle scene di guerra tra turchi
e cristiani, genere molto richiesto nella Napoli del Seicento,
tanto da meritarsi l’appellativo di “Oracolo delle battaglie”.
Le sue battaglie hanno successo presso i grandi collezionisti
napoletani dei suoi tempi, come i principi di Avellino, il principe
di Sant’Agata e quello di Tarsia. Il Falcone è essenzialmente
un pittore di genere e si specializza in quadri da cavalletto
di contenuto secolare, destinati alla committenza privata.
FRANCESCO
ANTONIO SIMONINI
(Parma, 1686 – Parma, 1766)
Pittore di battaglie emiliano, si forma a Parma, alla scuola
di Francesco Monti (noto anche come “il Brescianino delle
Battaglie”) e sotto la guida di Ilario Spolverini, acquistando
grande reputazione in quel genere di pittura. Lavora
a Firenze, Bologna e a Venezia, dove mostra una ricezione
della pittura Settecentesca, diventando il battaglista più
affermato dell’epoca. Dipinge quadri di battaglie ispirati
a Jacques Courtois con vivacità barocca, con pennellate rapide
e usando colori vivaci. Diventa pittore ufficiale del feldmaresciallo
prussiano Johann Matthias von der Schulenberg.
MATTEO STOM
(Val Gardena o Venezia, 1643 – Verona, 1702)
Per alcuni appartenente ad una famiglia gardenese di origine olandese, per altri veneziano, impara il disegno da Orlandino Olandese,
pittore di paesaggi e di battaglie. Come battaglista, Stom è in linea con gli altri colleghi dell’area, in particolare Antonio Calza con il
quale le affinità appaiono più strette per una probabile conoscenza diretta, e sicuramente fu influenzato da Jacques Courtois e Salvator
Rosa. Stom affolla i suoi quadri di personaggi, con acceso cromatismo diffuso che si esprime con un dipingere duro e sanguigno.
MATTEO STOM
(Val Gardena o Venezia, 1643 – Verona, 1702)
Per alcuni appartenente ad una famiglia gardenese di origine olandese, per altri veneziano, impara il disegno da Orlandino Olandese,
pittore di paesaggi e di battaglie. Come battaglista, Stom è in linea con gli altri colleghi dell’area, in particolare Antonio Calza con il
quale le affinità appaiono più strette per una probabile conoscenza diretta, e sicuramente fu influenzato da Jacques Courtois e Salvator
Rosa. Stom affolla i suoi quadri di personaggi, con acceso cromatismo diffuso che si esprime con un dipingere duro e sanguigno.
FRANCESCO
ANTONIO SIMONINI
(Parma, 1686 – Parma, 1766)
Pittore di battaglie emiliano, si forma a Parma, alla scuola
di Francesco Monti (noto anche come “il Brescianino delle
Battaglie”) e sotto la guida di Ilario Spolverini, acquistando
grande reputazione in quel genere di pittura. Lavora
a Firenze, Bologna e a Venezia, dove mostra una ricezione
della pittura Settecentesca, diventando il battaglista più
affermato dell’epoca. Dipinge quadri di battaglie ispirati
a Jacques Courtois con vivacità barocca, con pennellate rapide
e usando colori vivaci. Diventa pittore ufficiale del feldmaresciallo
prussiano Johann Matthias von der Schulenberg.
CARLO COPPOLA
(Napoli, 1600 circa – Napoli, 1672 circa)
Pittore campano, ancora oggi si conosce poco della sua
vita, se non l’apprendistato presso il battaglista Aniello
Falcone e il fatto assodato che Coppola ricopre una posizione
di rilievo nella bottega del celebre maestro. Oltre
che battaglie, realizzate con una qualità da venire alcune
volte attribuite allo stesso Falcone. Per riconoscere il
tratto dell’allievo bisogna osservare le terga dei cavalli,
che dipinge poderose, e le loro code ricche di crini e vaporose.
La sua produzione comprende anche dipinti con
soggetti storici, vedute, bambocciate e nature morte.
ANIELLO FALCONE
(Napoli, 1607 – 1656)
Pittore campano, allievo di Jusepe de Ribera, detto
lo Spagnoletto, da lui desume la sua vena di verismo
caravaggesco. Eccelle nelle scene di guerra tra turchi
e cristiani, genere molto richiesto nella Napoli del Seicento,
tanto da meritarsi l’appellativo di “Oracolo delle battaglie”.
Le sue battaglie hanno successo presso i grandi collezionisti
napoletani dei suoi tempi, come i principi di Avellino, il principe
di Sant’Agata e quello di Tarsia. Il Falcone è essenzialmente
un pittore di genere e si specializza in quadri da cavalletto
di contenuto secolare, destinati alla committenza privata.
FRANCESCO
ANTONIO SIMONINI
(Parma, 1686 – Parma, 1766)
Pittore di battaglie emiliano, si forma a Parma, alla scuola
di Francesco Monti (noto anche come “il Brescianino delle
Battaglie”) e sotto la guida di Ilario Spolverini, acquistando
grande reputazione in quel genere di pittura. Lavora
a Firenze, Bologna e a Venezia, dove mostra una ricezione
della pittura Settecentesca, diventando il battaglista più
affermato dell’epoca. Dipinge quadri di battaglie ispirati
a Jacques Courtois con vivacità barocca, con pennellate rapide
e usando colori vivaci. Diventa pittore ufficiale del feldmaresciallo
prussiano Johann Matthias von der Schulenberg.
ANTONIO CALZA
(Verona, 1653 – 1725)
Artista veneto, si perfeziona a Roma, nella bottega di Jacques Courtois. Torna a Verona nel 1675, divenendo ben presto famoso come
pittore di battaglie. Successivamente si trasferisce a Bologna e viene considerato pittore felsineo, continuando a dipingere soggetti di
guerra. Nel 1706 è a Venezia, dove, due anni più tardi, si sposa per la terza volta con Angiola Agnese Pakman, pittrice fiamminga, che
diviene sua collaboratrice. Poi è a Milano e successivamente viene chiamato a Vienna da Eugenio di Savoia. Muore a Verona nel 1725.
Il Calza fu pittore molto stimato nel XVIII secolo: era dotato di “prontezza nel disegnare” e realizzava una pittura “di forza e di grande
invenzione”.
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