Con “The Zen Electronic Art ” il Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro ricorda la figura di Nam June Paik artista di origini coreane, naturalizzato statunitense, considerato il padre fondatore della videoarte.
La rassegna, che si inserisce nella programmazione prevista per le festività dal polo culturale andorese, si fregia del prestigioso patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano ed è inserita nella manifestazione Cultura Coreana in Movimento, iniziativa che da parecchi anni vede il Comune di Andora e il Consolato stesso impegnati in momenti di dialogo e condivisione all’insegna dell’arte contemporanea.
Inoltre l’evento espositivo si configura come una delle iniziative che chiuderanno l’anno delle celebrazioni dei 140 dalla firma del primo trattato di amicizia e di commercio tra Italia e Corea.
Andora e il suo polo culturale sono ben consapevoli di quanto L’Arte e la Cultura siano importanti nei rapporti bilaterali fra Nazioni infatti in questi anni molteplici sono state le iniziative culturali promosse in collaborazione proprio con il Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano fra cui ricordiamo la Prima edizione del progetto espositivo dialogo Corea Italia attraverso l’arte contemporanea presentato a Andora e a Venezia in occasione della 59° edizione della Biennale di Venezia nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Piazza San Marco.
La mostra dedicata a Paik, visionario artista sperimentale che ha unito arte, musica, performance e tecnologia in modi rivoluzionari e la cui influenza è ancora enorme nell’arte contemporanea così come nella cultura pop e nella music, sarà completata da un programma di incontri di approfondimento, conferenze e momenti didattici che si svolgeranno durante il periodo espositivo.
L’artista nato in Corea del Sud è stato un visionario nel vero senso del termine e spesso talmente umoristico e paradossale quasi da non essere preso sul serio. Eppure Nam June Paik è stato tra i primi a capire la centralità dei nuovi mass media che avrebbero per sempre cambiato il modo di comunicare e di fare arte. La tecnologia è parte integrante del suo lavoro, tanto che nel 1965 arrivò ad affermare:
“Un giorno, gli artisti lavoreranno con condensatori, le resistenze e i semiconduttori come lavorano oggi con spazzole, violini e spazzatura”.
Il percorso espositivo che si articola attraverso fotografie dell’artista provenienti dall’Archivio di Gianni Melotti, serigrafie, incisioni, opere e video provenienti da importanti collezioni private e dalla Electronic Arts Intermix(EAI) New York vi permetterà di avvicinarvi a una delle personalità più influenti nel mondo dell’arte contemporanea del Ventesimo secolo.