The Zen Electronic Art | NAM JUNE PAIK

INAUGURAZIONE
27 dicembre Ore 17:00

NAM JUNE PAIK

The Zen Electronic Art

A cura di Christine Enrile e Maurizio Marco Tozzi

dal 27 dicembre 2024 al 10 marzo 2025
 
“As Collage technic replaced oil paint, so cathode-ray tube will replace canvas” Nam June Paik
“Così come la tecnica del collage ha sostituito la pittura a olio, così il tubo catodico sostituirà la tela”

Con “The Zen Electronic Art ”  il Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro ricorda la figura di Nam June Paik artista di origini coreane, naturalizzato statunitense, considerato il padre fondatore della videoarte.

La rassegna, che si inserisce nella programmazione prevista per le festività dal polo culturale andorese, si fregia del prestigioso patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano ed è inserita nella manifestazione Cultura Coreana in Movimento, iniziativa che da parecchi anni vede il Comune di Andora e il Consolato stesso impegnati in momenti di dialogo e condivisione all’insegna dell’arte contemporanea.

Inoltre l’evento espositivo si configura come una delle iniziative che chiuderanno l’anno delle celebrazioni dei 140 dalla firma del primo trattato di amicizia e di commercio tra Italia e Corea.

Andora e il suo polo culturale sono ben consapevoli di quanto L’Arte e la Cultura siano importanti nei rapporti bilaterali fra Nazioni infatti in questi anni molteplici sono state le iniziative culturali promosse in collaborazione proprio con  il Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano fra cui ricordiamo la Prima edizione del progetto espositivo dialogo Corea Italia attraverso l’arte contemporanea presentato a Andora e a Venezia in occasione della 59° edizione della Biennale di Venezia nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Piazza San Marco.

La mostra dedicata a Paik,  visionario artista sperimentale che ha unito arte, musica, performance e tecnologia in modi rivoluzionari e la cui influenza è ancora enorme nell’arte contemporanea così come nella cultura pop e nella music, sarà completata da un programma di  incontri di approfondimento, conferenze e momenti didattici che si svolgeranno durante il periodo espositivo.

L’artista nato in Corea del Sud è stato un visionario nel vero senso del termine e spesso talmente umoristico e paradossale quasi da non essere preso sul serio. Eppure Nam June Paik  è stato tra i primi a capire la centralità dei nuovi mass media che avrebbero per sempre cambiato il modo di comunicare e di fare arte. La tecnologia è parte integrante del suo lavoro, tanto che nel 1965 arrivò ad affermare:

“Un giorno, gli artisti lavoreranno con condensatori, le resistenze e i semiconduttori come lavorano oggi con spazzole, violini e spazzatura”.

Il percorso espositivo che si articola attraverso fotografie dell’artista provenienti dall’Archivio di Gianni Melotti, serigrafie, incisioni, opere e video provenienti da importanti collezioni private e dalla Electronic Arts Intermix(EAI) New York vi permetterà di avvicinarvi a una delle personalità più influenti nel mondo dell’arte contemporanea del Ventesimo secolo.

Fino al 10 Marzo

SIAMO APERTI dal giovedì alla domenica 15.00 - 19.00 (invernale) / 19.00 - 23.00 (estivo)

ARTISTI IN MOSTRA

Nam June Paik

Artista coreano, naturalizzato statunitense, nato a Sŏul il 20 luglio 1932. Ha studiato estetica, arte e musica a Tokyo (1952-56), completando la sua formazione presso il conservatorio di Friburgo e, con K. Stockhausen (1958-63), a Colonia e a Darmstadt; nel 1964 si è stabilito negli Stati Uniti. Tra i più significativi esponenti della videoarte, P. ha presentato le sue opere in importanti mostre personali, da Twenty years of Nam June Paik, ampia retrospettiva allestita dal Whitney Museum of American Art di New York nel 1982, a Nam June Paik, presentata nel 1992 al Palazzo delle esposizioni di Roma. È stato presente anche in numerose rassegne internazionali che hanno ospitato il suo lavoro, da Documenta di Kassel (1977) a The arts for television (1988, Los Angeles, Museum of Contemporary Art; poi itinerante negli Stati Uniti), dalla Biennale di Venezia (1993), dove ha ottenuto con H. Haacke il Leone d'oro per il miglior padiglione, a Skulpture. Projecte (Münster, 1997). Dai primi anni Sessanta, attratto dalle esperienze di J. Cage, P. si è accostato al movimento Fluxus, avviando un'intensa attività di concerti e di performances incentrate sulla ricerca di integrazione tra arte e tecnologia, sulle potenzialità espressive del video che l'artista ha indagato, con instancabile spirito creativo, in sempre più complesse installazioni multimediali. A New York, P. ha proseguito il proprio lavoro, spesso in collaborazione con la violoncellista Ch. Moorman (TV bra for living sculpture, 1969; TV cello, 1971), ideando e sperimentando nuovi mezzi espressivi (videotape, videosintetizzatori a colori, trasmissioni satellitari ecc.) per le sue ambientazioni che combinano performances di musica elettronica con videoinstallazioni o meccanismi cibernetici (Family robot, 1988; Electronic super highway: Bill Clinton stole my idea, 1993).