Il libro ricostruisce storicamente attraverso saggi, articoli e testimonianze la figura di Mario Pannunzio, uomo di cultura, giornalista e uomo politico del Novecento.
A scrivere di Pannunzio sono, tra gli altri, Indro Montanelli, Marco Pannella, Giovanni Spadolini, Igor Man, Carlo Laurenzi, Mario Soldati, il cardinale Gianfranco Ravasi, Marcello Pera, Pierluigi Battista,Valerio Castronovo, Dino Cofrancesco, Mirella Serri, Carla Sodini, Valter Vecellio, Gerardo Nicolosi, Girolamo Cotroneo,
Pier Franco Quaglieni che è curatore di questo libro oltre che il massimo studioso del tema a cui si è dedicato con libri e saggi a partire dal 1971.
Questo libro è anche un implicito grido di dolore nei confronti di un giornalismo di bassissimo profilo professionale che caratterizza un periodo dell’informazione totalmente distante dalla lezione pannunziana.
Mario Pannunzio nacque a Lucca il 5 marzo 1910 da Guglielmo, avvocato di origini abruzzesi di idee comuniste, e dalla contessa lucchese Emma Bernardini. Il suo talento giornalistico si manifestò soprattutto su “Omnibus”, settimanale fondato e diretto da Leo Longanesi. Durante l’occupazione nazista di Roma fondò e diresse il foglio clandestino “Risorgimento liberale”. Nel dicembre 1943 fu arrestato dai nazisti e rinchiuso a Regina Coeli da cui uscì dopo alcuni mesi, scampando così all’eccidio delle Fosse Ardeatine. Dopo la Liberazione, il giornale divenne un quotidiano e combatté molte e coraggiose battaglie controcorrente. Nel 1955 fondò il Partito Radicale. Il suo capolavoro giornalistico riconosciuto è “Il Mondo” che fu la rivista culturale più importante della seconda metà del Novecento. “Il Mondo” uscì dal 19 febbraio 1949 all’8 marzo 1966. Mario Pannunzio morì a Roma nel 1968 all’età di 57 anni.
PIER FRANCO QUAGLIENI: docente e saggista di storia risorgimentale e contemporanea, è pubblicista dal 1968. È vice presidente del Centro “Mario Pannunzio”, che ha contribuito, come direttore generale, a far crescere a fianco di Arrigo e Camillo Olivetti, Mario Soldati, Alda Croce. È conferenziere invitato in tutta Italia e all’estero. All’età di 47 anni è stato insignito dal Presidente della Repubblica Scalfaro della Medaglia d’oro di I classe di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Ha vinto, tra gli altri, i premi «Voltaire», «Tocqueville», «Popper» e «Venezia». Nel 2006 è stato presidente del comitato scientifico del Comitato nazionale per il centenario della nascita di Mario Soldati presso il MiBACT.
Ha scritto di lui Aldo Cazzullo: «È un cavaliere solitario che da decenni tiene viva la memoria di una grande tradizione culturale spesso misconosciuta». Massimo Gramellini ha, a sua volta, affermato: «È un liberale del Risorgimento nato nel secolo sbagliato. Per nostra fortuna». Alessandro Passerin d’Entrèves scrisse nel 1984: «Nella mia giovinezza conobbi, simile a lui, Piero Gobetti, anche lui artefice di vita morale e culturale come oggi è Quaglieni».