Le sale del piano nobile di Palazzo Tagliaferro vengono arricchite dalle sorprendenti installazioni luminose di Nino Alfieri che coinvolgeranno lo spettatore in una esperienza sensoriale totale. Gli ambienti del Contemporary Culture Center muteranno il proprio aspetto grazie a colori, forme e suoni insoliti e particolarmente suggestivi. Le atmosfere create dall’artista in alcuni casi richiameranno un mondo primitivo e in altri daranno vita ad ambientazioni che anticipano mondi futuri e avveniristici in quanto ogni opera ha un rimando al passato, all’archeologia e nello stesso tempo al futuro. Il connubio fra suoni e luci incanterà gli spettatori ipnotizzandoli e trascinandoli in un nuovo mondo fatto di luci e suoni.
Nino Alfieri basa la realizzazione dei suoi lavori su due elementi principali ovvero Natura e Fisica attraverso la scelta di differenti materiali quali metalli, ceramiche, terrecotte, terre crude e svariate tecniche fondate sullo studio della riflessione della luce e della fluorescenza.
Nella serie di bassorilievi chiamati “Ombre Luminose”, l’artista sperimenta l’utilizzo di fonti riflettenti utilizzate dietro alle sculture in legno e gesso per creare a parete auree luminose, senza l’utilizzo dell’elettricità. Grazie ad una giusta incidenza della luce, la riflettenza, efficace sia con la luce solare che con la luce artificiale d’ambiente, sorprenderà lo spettatore che penserà di trovarsi di fronte ad un’opera retroilluminata da dei led che in realtà non sono presenti. In questo caso il processo creativo tiene conto dell’oggetto, della fonte illuminante, delle nostre capacità percettive e del contesto circostante. Fra le forme utilizzate dall’artista in questa serie troviamo: il “Serpente di fuoco” che si morde la coda (un moderno Uruboro) o le sinuose “Sirens” che prendono vita da un susseguirsi di forme-matrici ispirate dalla natura.
L’approfondimento del metamerismo, scienza che studia i fenomeni ottici che consentono ad un colore di variare alla nostra vista se esposto a differenti tipi di illuminazione, ha permesso all’artista di sfruttare mirabilmente la luce in tutte le sue possibili manifestazioni. La sua ricerca concettuale è un percorso, un viaggio ininterrotto in divenire.
Nino Alfieri cerca risposte nelle sue creazioni attraverso una inedita commistione di scultura, pittura, luci, suoni. Ogni sua opera attrae e inghiotte chi l’osserva quasi fosse un buco nero. Luci che infrangono forme in imprevedibili sequenze, in contrasti luminosi, suoni che cambiano impercettibili, improvvisi, non immaginati, non previsti colori che giocano con le ombre, sfumature che si intrecciano e poi ritornano e si ricompongono. Nell’osservare le opere di Nino Alfieri si viene assorbiti per attimi brevi ma al contempo intensi come quando all’improvviso un panorama mozzafiato compare all’orizzonte inaspettato e meraviglioso. Significati profondi, metafisici sono espressi dalle opere dell’artista il quale vive l’Arte nella contemporaneità sperimentando come un mangiafumo arcaico, cesellando, accarezzando, accostando e rielaborando con la forza della sua intuizione e della sua fantasia, sondando terreni imperscrutati nascosti.
La contemplazione delle opere selezionate per la mostra “Light Seeds” porterà i visitatori ad uno straniamento con l’ambiente circostante, il tempo si ferma, si coglierà l’attimo e magicamente ogni fruitore percepirà l’intento, il contenuto recondito e lo farà suo, lo personalizzerà secondo il suo proprio essere.
Fondamentale, nelle opere di Nino Alfieri, è la componente sonora utilizzata dall’artista come estensione auditiva delle potenzialità evocative di ogni lavoro.
Il lavoro di Nino Alfieri potrebbe essere paragonato ad una sorta di teatro multisensoriale in cui il suono diventa un elemento fondamentale per il completamento e la comprensione dell’opera. Gli elementi acustici scelti dall’artista milanese possono essere, sia opere musicali composte appositamente, sia sonorità ispirate da culture di popoli lontani, o ancora musica elettronica sperimentale. L’unione di luce e suono coinvolge un’ampia gamma di sensazioni che possono evocare atmosfere magiche, esoteriche, metafisiche in cui ognuno può riconoscere particolari sensazioni e vibrazioni .Attraverso le sue opere accompagnate da elementi acustici, Nino Alfieri, disorienta il pubblico portandolo in un altro mondo. Il suo lavoro è fortemente influenzato dallo spazialismo di Lucio Fontana che però viene rivisitato in chiave barocca.
Le sale affrescate del Contemporary Culture Center accoglieranno l’imponente opere “Eclipse”, un riflettore parabolico la cui larghezza si rifà alle braccia aperte dell’uomo, un rimando al mondo Rinascimentale quando l’essere umano veniva considerato unità di misura. La parabola è stata dipinta dall’artista con dei colori fotosensibili che si modulano grazie al meccanismo elettronico schermato dal disco bronzeo centrale. Non sarà solo l’opera a cambiare forma e luce ma grazie al meccanismo interno l’ energia luminosa si espanderà nello spazio circostante interagendo con i pigmenti dei dipinti presenti in sala modificandone dinamicamente la percezione a seconda delle frequenze luminose in continua evoluzione.
Grazie alla nascita di correnti quali l’espressionismo e l’astrattismo, l’attenzione degli artisti non è più focalizzata sull’osservazione oggettiva degli elementi naturali esterni ma si inizia invece a dare importanza a ciò che Kandinsky definì “necessità interiore”. L’arte di Nino Alfieri parte proprio da queste premesse creando delle opere d’arte totali che assorbono lo spettatore andando a ricercare una sorta di “minrealogia dell’interiorità” definizione data dall’artista stesso per descrivere il suo processo creativo.
Il pubblico non potrà che rimanere colpito dalle opere misteriose di Nino Alfieri le cui forme rimandano a creazioni di civiltà scomparse e in altri casi sembrano anticipare un futuro remoto.
L’artista/alchimista utilizza luce ad incandescenza, luce di Wood, luce ad infrarossi che interagendo con le tinte fotosensibili svelano forme aerodinamiche in continuo movimento che rimandano a masse organiche, semi, fossili, amigdale, puntali di aratro, a geometrie pulsanti che compaiono e svaniscono in maniera ciclica o a linee filamentose. Luci e colori mutano in maniera inaspettata, sorprendendo l’osservatore che potrà vivere un’esperienza di totale coinvolgimento sensoriale.
L’opera Light Sphere è stata completata dai suoni della composizione Symbiotic ideata dell’artista Eskoit (Maria Fava) . Symbiotic è una composizione sonora creata presso il Conservatorio di Adelaide (Australia, 2008). L’ispirazione nasce da alcune relazioni simbiotiche che possono arrivare a sfiorare un certo livello di saturazione. Il suono di partenza è analogico, quello di una campana tibetana, a cui é stato applicato un processo di convoluzione ed altri suoni di sintesi basati sulla legge di gravitazione universale di Newton. La diffusione avviene tramite un sistema (il GESI) concepito in collaborazione con l’artista Patrice Colet. Il GESI (Generatore di Elementi Sonori Interattivi) è connesso, in questo caso, ad un sensore ad ultrasuoni che determina la variazione del volume secondo la prossimità del pubblico all’opera Light Sphere. Attualmente Maria e Patrice vivono e lavorano principalmente in Francia dove intervengono su varie iniziative culturali nel settore del design sonoro, del teatro ed delle installazioni multimedia.
In mostra è inoltre presente l’opera multimediale “Light Seeds” – “evanescenza pulsante è l’energia dei semi” in cui l’artista coniuga scultura ed installazione ambientale. L’ispirazione alla base delle piccole sculture in terra cruda e terracotta di forma e misura variabile rimanda al mondo fossile, amigdale, a puntali di aratro del mondo antico e a forme-matrici organiche che in questo caso hanno l’aspetto di “semi primari”. Grazie ad una scheda elettronica l’artista riesce a modulare la luce e la sua intensità. Anche in questo caso il suono, ideato dal compositore di musica acustica Corrado Sajia, è un elemento fondamentale per vivere appieno l’esperienza artistica proposta da Alfieri.
A concludere la mostra, l’installazione “La Scelta” incentrata sul mondo organico come integrazione di opposti e oscillazioni tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande. Sulla parabola dalle tonalità fotosensibili prendono vita una serie di piccoli microrganismi dalle forme stilizzate che si confondo con l’immensità di un cielo stellato. Le variazione cromatiche della parabola elettronica seguono i suoni di Ordo Coelestis del compositore Massimilano Viel evocando un viaggio fantascientifico che prende forma da elementi primordiali per raggiungere un cosmo denso di suggestioni.