Questo messaggio di alto valore civile e morale di Mazzini appare molto attuale in un’epoca in cui i doveri sono quasi scomparsi e i diritti sembrano essere l’unica priorità. I doveri mazziniani implicano i valori della Patria e della famiglia ,della solidarietà tra gli uomini, della dignità del lavoro, di un’idea di Europa anche oggi molto importante.
Il libro di Mazzini fu durante e dopo il Risorgimento uno degli strumenti per “fare gli Italiani”, come diceva Massimo d’Azeglio, insieme al Cuore di De Amicis. Si tratta di un libro che dovrebbe tornare ad essere una lettura importante in tutte le scuole italiane, una lettura che nasce nell’Ottocento, ma guarda al presente e al futuro.
Pier Franco Quaglieni, docente e saggista di storia risorgimentale e contemporanea, è pubblicista dal 1968. È vice presidente del Centro Pannunzio, che ha contribuito a far crescere a fianco di Arrigo e Camillo Olivetti, Mario Soldati, Alan Friedman.
Ha incontrato e conosciuto da vicino molte personalità di cui ha scritto in questo libro. È conferenziere invitato in tutta Italia e all’estero. All’età di 47 anni è stato insignito dal Presidente della Repubblica Scalfaro della Medaglia d’oro di I classe di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Ha vinto, tra gli altri, i premi “Voltaire”, “Tocqueville”, “Popper” e “Venezia”. Ha scritto di lui Aldo Cazzullo: “È un cavaliere solitario che da decenni tiene viva la memoria di una grande tradizione culturale spesso misconosciuta”. Massimo Gramellini ha, a sua volta, affermato: “È un liberale del Risorgimento nato nel secolo sbagliato. Per nostra fortuna”. Alessandro Passerin d’Entrèves scrisse nel 1984: “Nella mia giovinezza conobbi, simile a lui, Piero Gobetti, anche lui artefice di vita morale e culturale come oggi è Quaglieni”.