Roma, 2 luglio 1994. Il giudice Paolo Adinolfi esce di casa per recarsi al lavoro. Da appena un mese ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla IV Sezione Civile della Corte d’Appello. L’ha chiesto dopo dieci anni passati alla Sezione Fallimentare, dove si è occupato di alcuni casi decisamente scottanti: dagli affari della Banda della Magliana alle sentenze aggiustate per compiacere il potere politico e criminale. La moglie e i figli lo attendono per pranzo, ma lui non arriverà mai. Da quel giorno di Paolo Adinolfi si perdono per sempre le tracce. Gli Autori ricostruiscono le diverse fasi delle indagini, sottolineando le piste che forse potevano essere battute ma che invece, per motivi non sempre chiari, sono state tralasciate. Dopo aver recuperato i documenti originali dell’epoca e intervistato i protagonisti, hanno ricomposto un puzzle complicato, dove s’intrecciano colossali fallimenti, buchi miliardari, criminalità organizzata, servizi segreti deviati, Vaticano, arrivando a individuare quella che – se percorsa – poteva essere la pista decisiva per la risoluzione del caso.
Alvaro Fiorucci: Giornalista professionista, è stato redattore del TGR Umbria. Ha collaborato con i quotidiani Paese Sera e La Repubblica. Ha scritto saggi sul giornalismo e sulla televisione, e libri inchiesta.
Raffaele Guadagno: Vive a Todi e lavora presso il Ministero della Giustizia. Appassionato di indagini e di processi, ha studiato i maggiori casi di cronaca giudiziaria dibattuti in Italia e all’estero. Nel marzo 2018 con Alvaro Fiorucci pubblica (Morlacchi, 2018) Il divo e il giornalista.