la forma, la poesia, la memoria | ANNETTE LUCKS – FABRIZIO TRIDENTI

INAUGURAZIONE
19 aprile Ore 11:30

Vis à vis
Annette Lucks - Fabrizio Tridenti

la forma, la poesia, la memoria

A cura di Christine Enrile con Ellen Maurer Zilioli

Il Vis à Vis fra le opere pittoriche dell’artista tedesca Annette Lucks e le sculture in miniatura di Fabrizio Tridenti trova un fil rouge concettuale nella attenzione  degli artisti al tema del nascosto.

Per Annette l’ispirazione proviene dalla natura mentre per Fabrizio sono le archeologie industriali o gli oggetti abbandonati gli elementi da cui scaturisce la scintilla creativa.

Per Annette Lucks ,sono le esperienze intime, vicende vissute in prima persona, memorie familiari tramandate a voce – una sorta di oral history –, intrecciate a una profonda affinità con la letteratura, la musica e la filosofia, il punto di partenza.  È da questa molteplicità di fattori che nasce il cosmo pittorico di Annette Lucks, la quale attinge al proprio “archivio interiore” in modo associativo, selezionando e ordinando temi e motivi che poi traduce in composizioni su carta o tela.

Alla base del linguaggio visivo dell’artista tedesca c’è il principio della “simultaneità nella non-simultaneità”: i soggetti, sradicati dai loro contesti originari, vengono trasposti in nuove cornici di senso. Così, recuperati dalla memoria, assumono un rinnovato significato e un’intensa presenza all’interno di scenari pittorici complessi. Il disegno – il gesto – funge da elemento unificante, un filo tessile che si intreccia tra gli avvenimenti rappresentati e dietro di essi, anche nella dimensione grafica.

Accanto a queste trame compaiono campi compatti di colore, forme e figure ornamentali che creano equilibrio, al tempo stesso struttura e cornice delle composizioni. Per Lucks, lo spazio vuoto ha lo stesso valore della ricchezza formale: il silenzio visivo dialoga con l’opulenza, creando tensione e respiro. Lucks dimostra una forte affinità con le avanguardie della musica sperimentale e con alcune correnti dell’arte contemporanea, ma ha saputo definire una posizione del tutto personale e riconoscibile, scegliendo consapevolmente la via del vuoto come contropunto alla pienezza.

Nell’opera dell’artista, in particolare, risulta centrale il tema del giardino, inteso come metafora della psiche secondo la concezione di James Hillman. Quest’ultimo, allievo di Gustav Jung, tra i più profondi interpreti della psicologia archetipica, concepisce tale topos come uno spazio protetto, ma vivo, coltivato ma non del tutto controllabile, emblema della complessità dell’anima: un luogo dove coesistono ordine razionale e caos spontaneo, luce e ombra, bellezza e trasformazione. Non solo una cornice estetica o simbolica, ma un paesaggio dell’interiorità in cui si intrecciano memorie, desideri, immagini inconsce. Un posto dove l’io incontra il sé, in una danza continua tra volontà intenzionale e mistero della mente.

Se Annette Lucks dipinge elementi della memoria nel giardino metafisico della psiche, Fabrizio Tridenti, ridà nuova vita e nuove forme a ciò che recupera in spazi verdi “fisici” trasformandoli in gioielli d’arte, esplorando così il confine tra oggetto e concetto, tra materia e intuizione e aprendo nuove possibilità per il manufatto di gioielleria come espressione critica e poetica del nostro tempo.

Per Fabrizio Tridenti sperimentatore libero di materiali, tecniche e concetti, solcando territori inediti e innovativi e approdando a soluzioni sorprendenti e inaspettate. Il suo approccio è dinamico e stratificato: attraverso sovrapposizioni, intrecci e accostamenti di lastre, cilindri e fili metallici, costruisce e decostruisce continuamente l’opera. Il tutto avviene in un processo fluido, quasi performativo, in cui la forma si ridefinisce più volte prima di giungere all’esito finale, frutto di un equilibrio tra intuizione e rigore.

Il linguaggio estetico di Tridenti si confronta in modo diretto con la realtà dell’ambiente industriale e tecnologico contemporaneo. Attraverso l’uso di materiali poveri – spesso scarti di produzione industriale – egli plasma oggetti dal carattere monumentale e dalla forte impronta formale, nati dal caos e dalla materia residua. In aperto contrasto con i canoni tradizionali della gioielleria, Tridenti ne rifiuta le valenze funzionali, formali ed estetiche convenzionali, per spostare il suo lavoro nel campo dell’arte concettuale, ampliando così il perimetro del gioiello come forma d’indagine. Afferma Tridenti: “La mia intenzione è quella di isolare una forma interessante da questo caos. Sono più attratto dalla casualità degli eventi che dalla loro determinazione, perché nella progettazione e nello sviluppo l’elemento sorpresa si perde, mentre esiste nell’individuare e riprodurre una combinazione casuale. Quindi lo scopo è quello di perdere l’idea della forma”.

Fino al 31 Luglio

SIAMO APERTI dal giovedì alla domenica 15.00 - 19.00 (invernale) / 19.00 - 23.00 (estivo)

ARTISTI IN MOSTRA

Annette Lucks

Annette Lucks nasce nel 1952 a Regensburg (Ratisbona), in Baviera. Fin dai primi anni, mostra una forte inclinazione per l’arte, che la porta nel 1973 a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, dove studia sotto la guida del celebre Professor Mac Zimmermann. In quegli anni si distingue per il suo talento incisivo e riflessivo, diventando Meisterschülerin e direttrice del laboratorio di incisione dell’Accademia. Il suo percorso artistico si arricchisce presto di riconoscimenti: nel 1979 riceve il Premio Walter-Kolbenhoff a Unterpfaffenhofen-Germering e, l’anno successivo, ottiene una borsa di studio del DAAD che la conduce a Cracovia, in Polonia. Questi soggiorni internazionali rappresentano momenti di intensa crescita e confronto. Negli anni successivi partecipa a importanti eventi e simposi, tra cui il 3° Simposio di Incisione a Hohenossig (Lipsia) organizzato dalla Fondazione GOLART nel 1993. Il suo legame con Monaco di Baviera resta centrale: nel 1998 riceve una borsa della Fondazione Prinzregent-Luitpold, seguita nel 2000 dalla borsa d’artista della Bayerische Akademie der Schönen Künste e, nel 2005, dal sostegno del programma per artisti della Città di Monaco. Dal 1998, Annette Lucks è anche attiva nell’insegnamento come professore a contratto presso la Hochschule München (University of Applied Sciences), incarico che prosegue nel 2010 anche all’Università di Passau. La sua attività didattica si intreccia con una costante ricerca artistica, che la porta a viaggiare e lavorare all’estero. Dal 2005 al 2013 soggiorna regolarmente nella storica Bottega San Giorgio di Albissola, in Italia, centro rinomato per la ceramica e l’arte contemporanea. A queste esperienze si aggiungono le residenze d’artista presso il Virginia Center for the Creative Arts (USA, 2007), la Fundación Beatrice e Paul Beckett a Mojácar, in Spagna (2008), e, nel 2015, la prestigiosa Fondazione Bogliasco, in Liguria. Nel 2009 è anche maestra di incisione sperimentale alla XXII Sommerakademie der Schönen Künste di Irsee, confermando la sua autorevolezza nel campo della grafica d’arte. Dal 2013, il suo percorso si arricchisce ulteriormente grazie alla collaborazione con Ceramica Gatti a Faenza, laboratorio storico che le offre nuove possibilità espressive nella ceramica artistica. Con uno stile che unisce rigore tecnico, profondità concettuale e un forte legame con la memoria culturale europea, Annette Lucks continua a distinguersi come una figura centrale nel panorama della grafica contemporanea e della sperimentazione artistica. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e museali, tra cui Bayerische Staatsgemäldesammlungen e Staatliche Graphische Sammlung, a Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek, sempre a Monaco, Deutsche Nationalbibliothek (Lipsia e Francoforte), Sammlung Deutsche Bank, a Francoforte sul Meno, Sammlung S.K.H. Herzog Franz von Bayern, Museen der Stadt di Ratisbona, Artothek di Monaco. Kunstsammlung der Sparkasse di Ratisbona, Stadtmuseum e Marieluise-Fleißer-Archiv a Ingolstadt. 

Fabrizio Tridenti

Nato nel 1962 a San Giovanni Teatino, Fabrizio Tridenti è un artista di gioielli italiano. Si diploma presso l'istituto d'arte di Penne con indirizzo oreficeria e lavorazione dei metalli. Per diversi anni lavora presso varie botteghe orafe di Pescara. Infine, apre un suo atelier dove inizia a sperimentare nuove strade per il gioiello. Nel 2006 chiude la sua attività  per dedicarsi completamente alla carriera artistica. Si cimenta nella incisione di gemme, scultura,  pittura, fotografia e installazione. È  appassionato di arte tribale, art Brut, archeologia sperimentale, e paleontologia. Le sue fonti di ispirazione sono state i paesaggi industriali, le architetture estreme, e le creazioni casuali. Ultimamente la sua attenzione si è spostata sul vuoto e sul principio della non azione, interessandosi alle filosofie Orientali. Le sue opere sono state esposte in numerose gallerie e musei di rilievo internazionale, tra cui il MAD Museum di New York, la Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera, il Museo degli Argenti a Palazzo Pitti di Firenze, il Museo dell’Ambra di Danzica e il Museum of Contemporary Craft di Portland, Oregon.