La mostra “L’animal fractal que je suis..” dell’artista Jean Claude Meynard, porta ad Andora opere fotografiche del suo Bestiario Frattale, curata da GianCarlo Pagliasso, critico e scrittore.
Come dice Giudi Scotto Rosato nel suo articolo per Le Journal of Science Communication del International Scholl for Advanced Studies “ Una forma d’espressione di tipo frattale non circoscrive contorni, non configura sistemi rettilinei, né insiemi ordinati di punti. L’artista elimina le relazioni convenzionali tra sé e la visione, basate sulla prospettiva e sulle nozioni abituali del modello euclideo: costruisce uno spazio irregolare che ogni elemento contribuisce a determinare in quanto fractus, ossia discontinuo e asimmetrico.
Una simile distribuzione dello spazio rimanda alla dimensione dell’astratto, della «linea mutante senza esterno e interno, senza forma né fondo, senza inizio né fine». Si sfalda l’oggetto che ha per fondamento la realtà per se stessa: il mondo esterno – in quanto opposto al soggetto che pensa e conosce – non è più mediato da un contenuto oggettivo, per cui si percepisce e rappresenta lo spazio per mezzo di forme sedimentate”
I frattali propongono quindi un insolito incontro fra matematica e immaginazione, capace di descrivere gli oggetti della natura.
Il frattale è una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente ridotta.
Ingrandendo una figura frattale si ottengono forme ricorrenti e ad ogni ingrandimento essa rivela nuovi dettagli: il frattale quando è ingrandito non perde dettaglio ma si arricchisce di nuovi particolari.
Il progetto del bestiario frattalico rientra in questa prospettiva, misurandosi simultaneamente con le dimensioni estetica e cognitiva, al fine di articolare un percorso che si interroga circa il ruolo, il posto e la legittimità del porsi dell’uomo nel mondo.