INTRODUZIONE ALLA MOSTRA DELLA CURATRICE ALLA PRESENZA DEL SINDACO DEL COMUNE DI ANDORA MAURO DEMICHELIS E DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA MARIA TERESA NASI
Andora- Sarà la mostra “How to intend the (f)Light on the Landscape” di Maurizio Barberis a proseguire la programmazione espositiva del Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro. L’inaugurazione è prevista il 16 aprile alle ore 18.00 alla presenza delle Autorità, dell’artista e della curatrice. La rassegna, promossa dal Comune di Andora, che prevede oltre 78 opere dedicate alla Forma del Paesaggio inteso come luogo dello spirito sarà visitabile fino al 3 luglio 2022. I dipinti, le fotografie, le sculture e le installazioni, configurano un iter espositivo articolato attraverso isole concettualmente collegate che attualizzerà un percorso visionario e fantastico. Maurizio Barberis è un artista ma sopratutto un intellettuale, architetto di formazione negli ultimi anni ha affinato la sua ricerca poetica dedicandosi a esplorare attraverso la fotografia, la pittura e le arti plastiche le tangenze tra mondo sensibile, le forme, mondo della percezione primaria, il sogno, mondo delle affermazioni simboliche, il mito. Gli ultimi episodi del lavoro artistico di Maurizio Barberis accentuano la relazione con il pensiero alchemico, laddove l’alchimia funziona come catalizzatore della materia dell’arte, sia intesa come la materia ‘fotografica’, dotata di una sua autonomia inconscia, che emerge nella relazione con la psiche dell’autore, sia nella dimensione temporale, considerata come una vera e propria ‘materia plasmabile’. Così avviene nella scultura e nel disegno, che trovano nella fotografia, l’arte dell’istante per eccellenza, una improbabile variante diacronica per rimettere in discussione la successione standardizzata degli attimi temporali. Analogamente, nelle sale espositive di Palazzo Tagliaferro, il percorso alchemico trasfigura l’idea di Paesaggio, sala dopo sala, attraverso la sua riduzione a simbolo, ad Imago di un mondo spirituale sotteso ad un itinerario di trasformazione che libera le istanze più performanti dello spirito umano: un’immagine intesa qui come luogo dell’essere. La Forma/Paesaggio si ricompone così attraverso grandi tele di luoghi immaginati, disegni con figure, piccole sculture in terracotta, che costituiscono il personale corollario dell’inconscio mitologico dell’artista milanese. Fotografie in grande e medio formato che elaborano un passaggio analogico trasformato in iper-realtà digitale, attraverso una memoria vissuta non più come somma logica di frammenti spazio/temporali, ma come un continuo assoluto privo di confini.