L’evento espositivo è programmato nel contesto dell’iniziativa culturale, promossa dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, denominata “Cultura Coreana in Movimento 2019”, a cui l’Assessorato alla Cultura del Comune di Andora aderisce in una comune condivisione di intenti e stima reciproca dimostrata dalle frequenti visite ad Andora dei Consoli Generali della Repubblica di Corea a Milano.
FOCUS KOREA “Postmodern – short stories” è il titolo dell’importante progetto espositivo che offrirà ai visitatori dI Palazzo Tagliaferro una visione dello stato attuale della fotografia contemporanea della Corea.
Appassionati e collezionisti potranno così approfondire la conoscenza di uno dei paesi asiatici più dinamici e ricchi di storia e tradizioni grazie all’internazionalità del linguaggio fotografico che permette il superamento di qualsiasi barriera, anche linguistica.
Il progetto ideato dal Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, realizzato grazie al finanziamento della Korea Foundation, curato da Christine Enrile fondatrice e direttore artistico di CE Contemporary, è nato con l’obiettivo di promuovere il talento di giovani artisti e per condividere l’attuale realtà dell’arte contemporanea coreana con il pubblico italiano e non solo.
Le opere esposte sono state selezionate attraverso un concorso rivolto ad artisti coreani emergenti con un comune denominatore ovvero quello di provenire da paesi europei.
La giuria, formata da professionisti del settore, ha operato tenendo conto della contemporaneità, dell’originalità, della ricerca linguistica e dell’efficacia comunicativa espressa da ogni opera decretando vincitori Gihoon Kim, Shinwook Kim, Minhee Ahn, Dohyeon Eom, Cho Daso e assegnando una menzione speciale a Moon Choi.
La visione del mondo degli artisti, espressa nelle straordinarie fotografie, ha alcune tematiche di fondo ricorrenti quali la ricerca di modelli estetici, di denuncia di stereotipi di massa, di riflessione su stati emozionali, di rappresentazioni di paesaggi interiori.
I fotografi attraverso la loro ricerca estetica, linguistica e tecnica mettono in opera sistemi generativi di strutture semi- narrative profonde, attivano meccanismi di attenzione alle differenze, riflettono sulla derealizzazione del soggetto, sulla perdita di identità di un’umanità condizionata da una società globale e dall’informazione di massa, denunciano con graffiante ironia gli stereotipi di massa, ci restituiscono un’interpretazione della realtà fatta di slittamenti, riflessi e ribaltamenti.
Introduzione all’esposizione
Premessa. Una visione critica di segno Postmodern presiede alla selezione dei cinque artisti-fotografi coreani e di una sesta fotografa con Menzione Speciale, a partire dalla loro ricerca estetica, linguistica, tecnica, innervata nel contemporaneo.
Elemento di fondo e comune denominatore degli autori esposti in MIA PHOTO FAIR, Milano, è la loro formazione e residenza in Europa. Aperta su un orizzonte in cui si specchiano Oriente e Occidente, la loro Weltanschauung/Visione del Mondo, è riflessa nella loro opera. Ricorrenti tematiche di fondo sono la ricerca di modelli estetici, di figure di identità- differenza-anonimato, di rappresentazione di paesaggi interiori, di denuncia di stereotipi di massa, di stati emozionali.
Teorizzato dal filosofo francese Jean-François Lyotard con l’opera La Condition Postmoderne del 1979, il movimento indica la fine delle grandi metanarrazioni e l’insorgere del frammento e della discontinuità nel panorama della cultura e del sociale, fattore che motiva il titolo dello stand Focus Korea – Postmodern: Short Stories.
Ulteriori elementi del Postmodern sono la sparizione delle suddivisioni categoriali nelle discipline artistiche, la citazione come appropriazione di stilemi del passato, l’insorgere di un’economia globale nelle società a capitalismo avanzato, l’influenza dei massmedia nella cultura di massa, una visione del sociale irriducibile a un progetto unitario, l’onnipotenza e l’onnipresenza della tecnologia informatica e della scienza nei modelli culturali e nei rapporti interpersonali tramite i social networks, il venir meno del contatto diretto del soggetto con la realtà, la tendenza verso una telecrazia che confronta incessantemente l’individuo con una rappresentazione mediata di eventi lontani nello spazio e nel tempo, ma verso cui la sua coscienza è impegnata a prendere posizione.