L’IMMAGINE È SERVITA | mauro ghiglione e chantal michel

INAUGURAZIONE
12 AGOSTO 2015

MAURO GHIGLIONE | CHANTAL MICHEL

L'immagine è servita

A cura di Viana Conti

Immaginario Imbandito – Delizie e Veleni di un menù di massa

 

Saluto del Sindaco di Andora Mauro Demichelis e dell’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi
Introduzione alla mostra della Curatrice Viana Conti
a seguire rinfresco

 

 

VISITABILE FINO AL 18 OTTOBRE 2015

SIAMO APERTI dal giovedì alla domenica 15.00 - 19.00 (invernale) / 19.00 - 23.00 (estivo)

ARTISTI IN MOSTRA

Mauro Ghiglione

Nato a Genova nel 1959. Dal 1985 al 1993 il contenuto della sua ricerca mira ad indagare le possi- bilità espressive di materia e simbolo in contrapposizione all’effimero artistico (Studio Gennai- Pisa 1987, 1989, 1992 – Galleria Balestrini Albissola 1989, 1991, Galleria Zenith- Torino 1990, Studio Alaya – Genova 1993, Galleria A’PERT – Amsterdam 1989), in seguito il suo lavoro si fa più mentale e pur conservando un interesse linguistico sulla materialità e sulle forme archetipiche del simbolo, la sua ricerca si focalizza sullo studio dei meccanismi mentali del pensiero e della percezione, in relazione alla spazialità e alla memoria, (Galleria A’PERT – Amsterdam Doppio invisibile –1994, gal- leria Leonardi V/Idea – Genova Sospensioni tra la memoria e l’oblio -1997, Galleria Silvy Bassanese – Biella Trasfigura -1998, Galleria Martano – Torino Sum over histories – 1999) Dal 2000 entra nel suo lavoro, quale tratto distintivo del suo percorso, il rapporto con l’immagine fotografica, la quale gli consente da un lato di proseguire la sua ricerca sull’indagine dei meccanismi mentali che sottostanno l’opera e dall’altro, ad affrontare tematiche maggiormente contemporanee; con una ricerca linguistica tesa a sottrarre lo specifico fotografico all’immagine, per affrontare la sua messa in crisi. Testimonianza di questo tratto distintivo la si trova nelle esposizioni realizzate alla Galleria Silvy Bassanese di Biella (Shhmt – Passencore, 2000 – My hands, my mind, 2005), al CACT di Bellinzona (Sottili Rivelazioni, 2000) al Foyer del teatro della Corte di Genova (My Heart, my shoes, videoinstallazione 2001), a Torino “Manifest To” manifesto d’artista a cura della GAM, a Milano PAC -Padiglione Arte Contemporanea – (Utopie quotidiane 2002) , Galleria Maria Cilena (Game open edin- torni, 2003) , a Modena Galleria S.Salvatore (Game over, 2003), Genova Unimediamodern (Doppio gioco,2005) , Venezia alla Galleria Michela Rizzo (Fresh and Clean, 2005), a Gavi Ligure (Polemos, 2006, a cura di Angela Madesani)

Chantal Michel

Chantal Michel è nata a Berna nel 1968, città dove vive e lavora. L’artista opera sull’area dell’a- zione, della performance, dell’installazione video, della fotografia, in cui è soggetto protagonista. Dal 1989 al 1993 frequenta la classe di ceramica presso il SfGBern, dal 1994 al 1998 compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Karlsruhe con il Prof. Harald Klingelhöller. Dichiara un suo interesse particolare per il lavoro di Bruce Naumann. La sua attitudine feticista si esprime nei confronti degli oggetti di arredo domestico, con cui dialoga, interagisce, si mimetizza, ma raggiunge gli estremi del culto nella collezione di parrucche, dalle molteplici acconciature, e di abiti da sera e da cerimonia, in seta, broccato, organza, lavorati a lustrini, ricami, arabeschi o da giorno con vistosi fiorami da spiaggia o ancora foggia anni Cinquanta/Sessanta. L’artista è interessata anche alla fissità ipnotico-mimetica dell’immagine fotografica, in rapporto allo scorrimento della banda video, talvolta accelerato in sequenze che velocizzano i movimenti del suo corpo al limite del parossismo e dell’ef- fetto comico/drammatico. In ogni suo lavoro Chantal Michel mette in scena un gioco dell’assurdo, del travestimento, della regressione infantile, dell’abbandono romantico, della simulazione. Mentre ritrae un panorama di luoghi comuni e condizionamenti sociali, dove l’oggetto e il soggetto umano, femminile in particolare, vengono trattati alla stessa stregua, rivela la miriade di sfaccettature della propria personalità e la messa sotto i riflettori di aspetti rimossi o comunque dissimulati. Dal 1994 al 2001, anno in cui è stata invitata alla 49esima Biennale di Venezia, ha ricevuto premi e borse di studio da Fondazioni, Istituti Culturali di Banche, Festival Internazionali di video (Locarno e Ginevra).